26-07-2023
Lo Scontro (The Beef) serie Netflix
cinema e psicolgia
Lo scontro (Beef) e` una serie televisiva statunitense del 2023 per la piattaforma di video on demand Netflix, creata da Lee Sung Jin.

La trama ruota intorno ad un evento scatenante tra due perfetti sconosciuti che rischiano di scontrarsi al parcheggio di un supermercato.

Lui e` un appaltatore inetto di una piccola azienda di riparazioni, lei e` a capo di una vigorosa start-up di piante hipster.

Dopo il quasi incidente si inseguono a vicenda per affermare le proprie ragioni innescando una spirale tragicomica, che finira` sui social, e che rivelera` il loro malessere profondo: la ruminazione rabbiosa, prodromo di atti aggressivi o profondi stati depressivi.

Da questo evento scatenante al parcheggio, si sviluppa la descrizione delle vite emotive dei due protagonisti, impegnati nel dissimulare la loro rabbia cercando costantemente di compiacere gli altri, avere una buona immagine sociale agli occhi del mondo o solo dei genitori.

In questa recensione approfondisco il tema della rabbia e la sua ruminazione, come risposta o stile maladattivo di pensiero che si concentra sulla stessa emozione di rabbia che lo ha provocato, alimentandola e contribuendo agli agiti aggressivi centrali dei 10 episodi.
Altro tema che si percepisce bene e` la depressione, che infatti e` spesso elicitata quando la ruminazione rabbiosa riguarda credenze di autosvalutazione.

L`episodio 8 e` davvero illuminante, forse insieme al finale quello piu` commovente e significativo perche` mette in luce il pensiero ripetitivo rivolto ad esperienze passate che hanno suscitato rabbia, il quale agendo spesso inconsapevolmente ha un ruolo centrale nel mantenimento di emozioni negative, nella riduzione dell`autocontrollo, nella messa in atto di comportamenti aggressivi e vendicativi.

Amy e Danny in tutti gli episodi mostrano come la loro attenzione sia del tutto focalizzata sulle espressioni della rabbia e non sul pensiero controfattuale, ovvero la tendenza umana a creare possibili alternative a eventi che si sono già verificati; di conseguenza anche se si sforzano enormemente per sembrare funzionanti a livello sociale, a livello cognitivo mantengono ed incrementano la rabbia stessa, gli affetti negativi e la sofferenza arrivando a compromettere del tutto il benessere psicologico e quindi familiare.

In diverse scene il regista ha messo in luce molto dettagliatamente questo processo ruminativo, il quale sembra per certi versi essere un unico appiglio per continuare la propria esistenza di entrambi i protagonisti; il suicidio e` sullo sfondo di alcune scene, ma non ne ha un ruolo centrale per entrambi quanto la ruminazione.

Questo abbassamento del tono dell`umore e` spiegabile appunto perche` nonostante la ruminazione intensifichi gli stati emotivi di rabbia e la relativa attivazione fisiologica, spesso poi conduce a una riduzione dello stato di benessere, mantenendo un stato di rancore nella propria mente, verso di se` o verso altri o per esperienze vissute.

Amy e Danny hanno imparato sin dall`infanzia a sopprimere l`espressione esterna della propria rabbia, in questo contribuisce la loro provenienza asiatica, ma vi rimangono intrappolati facilitando la comparsa di comportamenti violenti che, a spirale incrementano l`emozione di rabbia, sconfermando anche lo stereotipo della cultura asiatica come calma e meditativa

Amy prova spesso a sintonizzarsi sulla gratitudine, elicitata dal marito zen, ma con scarsi risultati nel profondo: tutto rimane confinato all`apparenza.

La letteratura ci suggerisce che l`impegno prolungato per l`autocontrollo affiancato da una tendenza ruminante favorisce espressioni impulsive rabbiose.

Il finale è magistrale: aiuta lo stesso spettatore a scendere dalla montagna russa in cui e` stato per i primi 8-9 episodi, per lasciarsi cullare dalla sintonizzazione emotiva, dalla capacità di guardarsi dentro, dall`empatia ritrovata.

In terapia ho avuto spesso a che fare con pazienti con questa sintomatologia; la spirale tragicomica di Amy e Danny fatta di vendetta è spesso intrinseca ed intrapsichica; le persone che soffrono di ruminazione rabbiosa innescano una continua vendetta contro se stessi, fatta di punizioni, critiche, autosabotaggio che hanno lo scopo li` per li` di affermare se stessi, avere potere e controllo, come nella serie, ma che producono poi solo incremento della rabbia stessa e della depressione.

Trovo davvero magico il momento in cui, come nella serie, queste persone riescono a vedere se stessi nella loro fragilità, nelle ingiustizie subite, nei dolori repressi e finalmente provare compassione per tutto questo carico di sofferenza.

Mi ha ricordato la frase di Frodo riferita a Gollum nel --Il signore degli anelli--: --non posso ucciderlo, Perche` ora che lo vedo Ho pieta` di lui.--