Mi ha colpita molto la storia di Daniele, spero non si adiri per averlo citato.
Ho deciso di scrivere un breve articolo sul fenomeno del negazionismo, o meglio sul meccanismo di difesa chiamato NEGAZIONE, prendendo spunto dagli articoli pubblicati sul Carlino il 4 e il 5 gennaio 2021: “Negazionista ricoverato: <> Ha polmonite bilaterale e gli serve ossigeno.” ,“«Sul virus sono stato davvero un paranoide» Ora il negazionista pentito è conteso dalle tv”
L’intento di questo scritto è in primis augurare una pronta guarigione a questo signore: trovo che sia la prima vittima dell’abuso di questo meccanismo di difesa, ed in effetti come, sembra ammettere anche lui, capisce quanto caro sia il prezzo di questo uso smodato di un atteggiamento difensivo.
La seconda motivazione che mi spinge a scrivere è un profondo ringraziamento sempre al Signor Daniele per averne parlato e per aver condiviso la sua esperienza: come per ogni inghippo della mente, parlarne può aiutare altri ad aumentare la consapevolezza su di sé! Perciò veramente GRAZIE di essersi così tanto esposto!
La terza è provare ad infondere la speranza che con un duro lavoro di consapevolezza si possa smettere di abusare della negazione; il concetto che vorrei che passasse è lo stesso relativo all’alcool o alla tecnologia: non è l’acool ad essere patologico, così come non è la negazione ad essere il problema, il disagio nasce dall’abuso di alcool, dall’uso improprio delle tecnologie e dalla necessità del tutto sproporzionata di negare anche quando saremmo perfettamente in grado di reggere la frustrazione che la realtà ci induce.
Mi spiego meglio!
Il nostro corpo tende all’omeostasi, ovvero non ama i cambiamenti perciò si attiva a mantenere l’equilibrio per evitarci esperienze di dolore, di qualsiasi natura sia.
Uno dei modi in cui si attiva il nostro cervello è La negazione, che interverrà come una sentinella che ci mette in allarme: !!!PERICOLO PERICOLO, SE NON LO VEDI O LO SENTI NON ESISTE!!!! Se nego la sua esistenza non avrò più paura!!!!!
A volte la negazione è un atteggiamento maggiormente conveniente per noi, un esempio di questo sono le emergenze. Chi si trova di fronte a scene funeste e ha il compito di portare soccorso, almeno nelle prime fasi non fa altro che usare la negazione per predisporsi ad affrontare qualcosa di drammatico: negandone la minaccia incombente riesce a razionalizzare e salvare se stesso ed altri.
Questa fantastica sentinella agisce tuttavia non potendo dirimere le informazione, quindi anche di fronte ai dolori causati dalle evoluzioni della vita umana (per es mi impegno in una relazione ma nego il dispiacere dovuto al fatto che avrò dei limiti alla mia libertà individuale) sia di fronte a dolori imprescindibili perché di fronte a loro siamo semplicemente impotenti (questo è il caso dell’attuale pandemia: ci sono dentro ma nego la sua natura sconosciuta, mutevole, generatrice di impotenza sotto diversi fronti, nego che mi fa sentire piccola ed inadeguata).
È compito dell’IO adulto capire se si tratta di un dolore propedeutico che quindi ci converrebbe provare per evolverci , o un dolore di altra natura, la cui negazione è invece funzionale.
La negazione è un meccanismo di difesa utile ed efficace, indispensabile per i bambini, ma può diventare un vero e proprio inghippo, una trappola in cui la nostra mente ci imbriglia se la usiamo indistintamente per tutti i dolori che la vita ci sottopone.
Infatti la negazione è appunto una tutela infantile, che unita al pensiero magico (la creazione di legami tra situazioni o cose del tutto arbitrari ed affidati alla fantasia o alla simpatia esulando dalla logica)aiuta i bambini ad integrare esperienze sconosciute e dolorose: insieme agli adulti, i bambini imparano il pensiero logico razionale, supportati dalle strutture emotive degli adulti capiscono di poter reggere la frustrazione un po` per volta e ad ogni frustrazione superata, abbandonano pian piano la necessità di negare il dolore perché integrano una visione del loro io che sarà capace di reggere la botta.
Così da adulti la negazione rimane presente, ma addomesticata alle necessità dell’io adulto che può decidere sia conveniente negare per aumentare le sue capacità di coping o reazione alle avversità.
Quale aumento delle capacità di coping ci sono a negare la frustrazione di un virus che ci ha gettato tutti con le spalle al muro? L’esperienza del signor Daniele ci dice ..nessuna! non è diventato più lucido, non ha potuto salvare se stesso o altri, anzi la negazione ha nutrito il pensiero magico creando una connessione personale tra una situazione di emergenza mondiale e il potere di chi è tenuto a tirare le fila dei paesi.
La prima vittima di questo è chi abusa delle due sentinelle Negazione e pensiero magico: infatti con questo non capire quale dolore posso reggere e quale mi conviene negare, si ritarda costantemente il momento in cui impariamo a vederci e sentirci adeguati, continuiamo a sottostimare le nostre potenzialità a sopportare questi dolori, con la conseguenza che la negazione sarà la nostra unica arma anche d adulti, perché non avremo strutture emotive temperate e fortificate dalla frustrazione!
Questo articolo vuole essere un messaggio di speranza: dall’abuso di negazione e pensiero magico si può disintossicarsi!
Ognuno di noi, seguito da professionisti dei meccanismi di difesa e del loro abuso, può prendere contatto con le parti più profonde di se stesso, aprire un dialogo e cercare di diventare quella figura di riferimento che forse non ha avuto nell’infanzia: ovvero un adulto che guarda con fiducia alla parte bambina di noi, che gli/le dice: “so che puoi farcela, so che ti senti impotente, so che hai paura, ed hai ragione a sentirti così, è assolutamente adeguato che tu ti senta così in una situazione dove il mondo è allarmato, ma so anche che queste emozioni puoi contenerle dentro di te senza negarle per renderle più docili.
Fa male sentirsi inermi lo so, ma negare la paura è un’operazione fallita in partenza che ti spingerà a negare l’oggetto che ti ha indotto lo spavento, allora si che, respingendo l’esistenza di una virus che ti infonde la paura, avrai davvero provocato a te stesso una situazione drammatica.
Oggi hai scelta, puoi scegliere di soffrire restando nella paura, ammettendo che non c’è niente di sbagliato nel sentirsi piccoli ed insicuri…sono certa che queste sensazioni si trasformeranno in coraggio.”
Forza Daniele! Il mio augurio, accompagnato alla pronta guarigione fisica, è che il tuo IO adulto dopo questa opera di fortificazione che questa esperienza drammatica sta agendo, possa sentirsi più capace di reggere tutte quelle volte in cui la realtà purtroppo ti farà sentire inerme ed insicuro!
© - Adjectives - BDF communication - 2024 - Privacy Policy