Il gioco della morte
Serie televisiva sud coreana composta da 8 episodi su prime video
Choi Yee-jae, un giovane uomo che non trova lavoro da sette anni, tenta il suicidio, ma la Morte, offesa dalla sua mancanza di preoccupazione verso l`idea di morire, decide di punirlo facendolo giocare a un gioco per il quale dovra` reincarnarsi e morire dodici volte prima di raggiungere l`aldila`. Tuttavia, se una qualsiasi delle dodici incarnazioni sopravvivra`, Yee-jae potra` continuare a vivere. Il ragazzo inizia quindi a chiedersi se le cose sarebbero andate diversamente se avesse vissuto la vita degli altri.
Dal punto di vista psicologico trovo che venga affrontato molto bene il concetto per cui nel suicidio non ci sono sentimenti di disprezzo per la vita, quanto l`unica soluzione che viene percepita alla portata della persona.
Ben delineata nei vari 8 episodi e nelle 12 vite in cui si reincarna il protagonista la triade di Beck:
I pensieri di una persona affetta da depressione , come sosteneva Aaron T. Beck, ideatore della terapia cognitivo-comportamentale, sono caratterizzati da una visione negativa di sé e del mondo, da un senso di fallimento, incapacita` e mancanza di speranza che investe passato, presente e futuro.
Nella mente del paziente depresso si strutturano, infatti, tre schemi cognitivi depressogeni, che hanno come temi la perdita (loss), la disperazione (hopeless) e lautocritica (self-blame).
Beck definisce questi temi aspettative negative su di sé, sul mondo e sul futuro, concetti che diverranno noti come triade cognitiva della depressione.
Un altro aspetto ben descritto e` la necessita` di essere autentici nella propria vita : infatti il protagonista riesce a vivere 12 vite diverse, ma senza spoiler, capira` che anche se una vita sembra più bella della propria, non può essere portatrice di felicità perché appunto non è la propria.
Davvero consigliata, anche per adolescenti