Paolo Genovese non si smentisce quale cultore dell`animo umano. Anche i questo racconto da lui scritto e sceneggiato riesce a farci entrare perfettamente nei suoi protagonisti Anzi direi che siano loro che entrano in noi perché ci fanno esattamente da specchio. Non mi soffermo sul concetto di supereroe quale colui che riesce a stare in coppia e superare le sfide della vita, lo trovo geniale e esaustivo da sé come argomento La lettura psicologica che posso fare è tratta dai bellissimi scambi temporali: tutto il film è basato sul concetto di tempo, in alcuni momenti non esiste, altre volte vola, altre non passa mai. I cambi scena temporali si accavallano continuamente, i giovani e i maturi si incontrano e scontrano, vivono avventure dal sapore simile fino a disorientare lo spettatore che più volte si chiede "ma questo in che momento accade della storia di questa coppia?" Questo perdersi è il tocco geniale che rappresenta il concetto di tempo che non esiste e genovese ce lo fa capire disorientandoci al punto che per ritrovarsi ho dovuto fare appello alla mia storia. Infatti è facile aver vissuto in modo simile ai protagonisti, perché genovese rappresenta scene di vita quotidiana, dalla preparazione della cena alla ricerca di una lampada.. In cui le due persone vivono i tormenti e le gioie delle varie fasi dell`amore Alla fine del film davvero sembra che il tempo non sia esistito... quasi che i due protagonisti siano gli stessi di sempre: dell`inizio, del durante e della fine, certo cresciuti e maturati ma con gli stessi angoli spigolosi di quando si sono conosciuti... La coppia non si mantiene sugli improbabili cambiamenti dei membri, ma sull`equilibrio tra gli angoli spigolosi e gli anfratti comodi di ognuno di noi!